Procedura espropriativa per la realizzazione di opere pubbliche o di pubblica utilità

  • Servizio attivo

Fasi del procedimento espropriativo. E' possibile nei casi di realizzazione di opere pubbliche, o di opere private di pubblica utilità


A chi è rivolto

La procedura espropriativa/di asservimento è rivolta agli uffici tecnici interni del Comune per la realizzazione di opere pubbliche, e ai soggetti promotori (come Snam, e-distribuzione, ecc.) per la realizzazione di opere private di pubblica utilità.
In caso di retrocessione del bene (articoli 46 e 47 del DPR 327/01) o di svincolo delle indennità depositate (articolo 28 del DPR 327/01), la relativa procedura è rivolta al soggetto interessato che ne abbia fatto richiesta.

Descrizione

Fasi del procedimento espropriativo.
Nel procedimento ex articolo 53 della legge regionale 24/17, avviato dal Comune di Ravenna, il dirigente competente adotta la determinazione finale della conferenza di servizi per approvare il progetto dell’opera, con localizzazione della stessa nello strumento urbanistico dell’ente, eventualmente in variante, e con l’apposizione del vincolo espropriativo e la dichiarazione di pubblica utilità. Il Consiglio comunale si esprime sull’aspetto urbanistico, in via preventiva o a ratifica del suddetto atto conclusivo, entro 30 giorni. Se l’esproprio riguarda aree nella fascia di rispetto prevista dalla legge per l’opera pubblica alla quale inerisce, il progetto viene approvato con la delibera consiliare adottando la procedura di cui agli artt. 16 e 16/bis della legge regionale 37/02. Per redigere il progetto, può essere richiesta l’autorizzazione per l’accesso nella proprietà altrui, ai sensi dell’articolo 15 del Dpr 327/01, rilasciata con un decreto specifico. Il decreto di esproprio, che dispone il passaggio di proprietà di un bene altrui al beneficiario della procedura, può essere emanato dopo:
– la localizzazione dell’opera nello strumento urbanistico e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio sul bene da espropriare;
– la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera;
– la determinazione dell’indennità, anche provvisoria.
In caso di necessità può essere emanato il decreto di occupazione temporanea, preordinata all’esproprio (articolo 22bis – Dpr 327/01), o quello per esigenze di cantiere (articolo 49 – Dpr 327/01).
La procedura espropriativa si conclude con l’emanazione del decreto di esproprio, o con l’atto di cessione volontaria , e successiva esecuzione dell’atto. Il pagamento (se accettato) o il deposito (se non condiviso) dell’indennità avviene prima dell’emissione del decreto di esproprio in caso di procedura ordinaria (articolo 20 DPR 327/01), o successivamente, in caso di procedura d’urgenza (articolo 22 DPR 327/01). Se non c’è accordo sull’indennità, questa può essere determinata definitivamente da un collegio di Tecnici o dalla commissione provinciale espropri (stima impugnabile presso la corte d’appello).
Il soggetto espropriato può richiedere la restituzione dell’area espropriata al Comune nei seguenti casi:
– retrocessione totale (articolo 46 Dpr 327/01): se l’opera pubblica non è stata realizzata, o avviata entro 10 anni dall’esecuzione del decreto di esproprio, l’espropriato può chiedere la restituzione del relativo bene e corrispettivo da pagare;
– retrocessione parziale (articolo 47 Dpr 327/01): riguarda la parte del bene, espropriata, non utilizzata per l’opera, realizzata. In questo caso, il Comune, qualora sussistano i presupposti, dichiara l’inservibilità del bene e determina il corrispettivo, che deve essere pagato entro i termini previsti.

Normativa di riferimento:
– Dpr 327/01;
– legge regionale 37/02;
– legge regionale 24/2017 (che ha abrogato la legge regionale 20/2000);
– altre leggi speciali per opere specifiche (D.lgs. 42/04, D.lgs. 259/03, D.lgs. 190/2024).

Il dirigente del servizio appalti e contratti è competente a emanare il decreto finale di esproprio, di occupazione temporanea e gli altri provvedimenti della procedura espropriativa disciplinata dal Dpr 327/01.
Contatti del dottor Paolo Neri:
– telefono +39 0544 482899;
– email pneri@comune.ravenna.it.

Come fare

Per avviare il procedimento espropriativo per la realizzazione di opere private di pubblica utilità, o in caso di richiesta di retrocessione o svincolo delle indennità depositate, l’istanza scritta deve essere inviata tramite PEC direttamente all’ufficio espropri, se la stessa proviene da società o da professionisti.
Per gli altri casi è possibile inviare l’istanza anche tramite fax, raccomandata A.R., o consegna in presenza (su appuntamento). Le informazioni sulle procedure possono essere richieste al responsabile del procedimento, dott. Andrea Chiarini (telefono +39 0544 482089), e sono disponibili anche nel relativo sito web del Comune di Ravenna sotto la sezione “Trasparenza” – “Espropri”, dove si trovano gli avvisi in pubblicazione e l’archivio informatico riportante lo stato di avanzamento delle procedure stesse e gli atti di maggior rilievo emanati.

Cosa serve

Per avviare la procedura espropriativa è necessario approvare innanzitutto il progetto dell’opera, ai fini dell’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e della dichiarazione di pubblica utilità della stessa, che includa, tra gli altri documenti, il piano particellare con l’indicazione delle aree da espropriare e dei relativi soggetti proprietari, ai quali va inviata la comunicazione personale di deposito, nonché di pubblicazione del medesimo qualora prevista dalla normativa. La delibera, o la determinazione di conclusione positiva della conferenza di servizi ex art. 53 LR 24/2017, di approvazione del progetto dell’opera è comunicata alle ditte coinvolte in base alla procedura prevista dall’articolo 18 della legge regionale 37/02.
Per avviare la procedura ai sensi dell’articolo 20 o articolo 22 del Dpr 327/01, e per l’emanazione del decreto di esproprio, occorre la stima delle relative indennità provvisorie (e il frazionamento delle aree in caso di esproprio parziale).

Cosa si ottiene

L’espropriazione, e qualora fosse necessario l’asservimento, anche a favore di privati, di beni immobili o di diritti relativi ad immobili per l’esecuzione di opere pubbliche o, se dichiarate dalla legge, di pubblica utilità.

Tempi e scadenze

Il procedimento è suddiviso nelle suddette singole fasi i cui termini sono fissati dalla Legge.
L’atto conclusivo della procedura espropriativa deve essere emanato entro 5 anni (salvo alcune eccezioni previste da leggi speciali) decorrenti dalla data in cui diventa efficace l’atto che dichiara la pubblica utilità dell’opera (da emanarsi a sua volta entro la scadenza quinquennale del vincolo preordinato all’esproprio, eventualmente reiterabile per una sola volta),  salvo eventuale proroga della pubblica utilità stessa, per un periodo massimo di ulteriori quattro anni. Il decreto di esproprio deve essere poi notificato ed eseguito mediante immissione in possesso, circostanza che determina il passaggio di proprietà dei beni espropriati in capo al soggetto beneficiario del medesimo, entro il termine di 2 anni dall’emanazione dell’atto stesso. In caso di opere finanziate, in tutto o in parte, con risorse del PNRR, o del PNC, alcuni termini procedurali previsti dal DPR 327/01 sono stati dimezzati, compreso quello relativo alla scadenza della pubblica utilità (Art. 14, comma 6, D.L. n. 13/2023, convertito in L. n. 41/2023).

Quanto costa

Non sono previsti costi per presentare istanza di avvio della procedura espropriativa. In caso di realizzazione di opere pubbliche, nelle quali il Comune è stazione appaltante, gli  oneri relativi alla procedura espropriativa, a carico del QTE dell’opera, concernono,  a parte gli indennizzi per esproprio ed eventuali asservimenti e occupazioni temporanee, il frazionamento, le spese di registrazione/trascrizione/voltura dell’atto conclusivo della procedura e per la determinazione definitiva dell’indennità. Nel caso in cui il soggetto interessato dall’esproprio facesse richiesta di stima da parte della terna peritale, ai sensi dell’art. 21 DPR 327/01 (in luogo di quella prevista in via ordinaria da parte della Commissione Provinciale), le spese per la nomina dei tecnici sono poste a carico del medesimo nel caso in cui la stessa risultasse inferiore alla somma determinata in via provvisoria dal Comune, sono divise per metà tra il beneficiario dell’esproprio e l’espropriato se la differenza con la somma determinata in via provvisoria non supera in aumento il decimo.
Nel caso di opere private di pubblica utilità, tutti gli oneri inerenti alla procedura espropriativa sono interamente a carico dei Soggetti Promotori.
Qualora il soggetto che abbia subito l’occupazione temporanea dei propri beni facesse istanza di determinazione della relativa stima definitiva dell’indennità alla Commissione Provinciale, i relativi oneri sarebbero a carico del medesimo.
Qualora il soggetto espropriato chiedesse la stima del corrispettivo della retrocessione, non concordato, ai competenti uffici dell’Agenzia delle Entrate o alla Commissione Provinciale, i relativi oneri sarebbero a proprio carico.

Accedi al servizio

È possibile recarsi direttamente presso gli uffici negli orari di apertura al pubblico, dove il personale incaricato fornirà il necessario supporto e le informazioni di competenza.

Condizioni di servizio

Contatti

Unità Organizzativa responsabile

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Pagina aggiornata il 14/10/2025

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