Le certificazioni storiche (come il certificato storico di residenza, lo stato di famiglia storico o lo stato di famiglia riferito a una data precisa) servono per comunicare informazioni a soggetti esterni.
Di solito, le richiedi per:
– fornire dati a enti come Enel o Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps);
– presentare documenti a studi notarili per pratiche di successione;
– giustificare richieste di assegni familiari al datore di lavoro;
– o altri usi simili.
La legge 12 novembre 2011, numero 183, articolo 15 stabilisce che le certificazioni destinate a soggetti privati devono riportare, pena nullità, la dicitura:
“Il presente certificato non può essere prodotto agli organi della pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi”.
La stessa norma impone a pubbliche amministrazioni e gestori di pubblici servizi, di acquisire direttamente i dati dalle proprie banche dati, oppure di accettare una dichiarazione sostitutiva fornita dall’interessato, che deve indicare gli elementi necessari per recuperare le informazioni richieste.
La certificazione storica ti permette di ottenere informazioni anagrafiche riferite a un determinato periodo. Non ha un contenuto fisso, può includere qualsiasi dato anagrafico registrato nelle schede individuali, familiari o di convivenza, tranne quelli che non possono essere certificati per legge.
Riferimenti normativi:
– decreto del Presidente della Repubblica (D.P.R.) 223/1989;
– D.P.R. 396/2000;
– legge 604/1962.